La Via Crucis
Tutti i venerdì del tempo quaresimale sono arricchiti dalla Via Crucis. Si tratta di un momento di preghiera, di riflessione e di cammino penitenziale.
La Chiesa, attraverso questa pia pratica, ci invita a ripercorrere e commemorare il faticoso cammino compiuto da Gesù dal cortile della dimora di Ponzio Pilato, procuratore romano di Gerusalemme, sino alla collina appena fuori Gerusalemme, «al luogo del Gòlgota, che significa luogo del cranio» (Marco 15,22).
La Via Crucis, in origine, comportava il ripercorrere materialmente quei luoghi percorsi da Gesù in questo cammino. Con il passare del tempo ci si è resi conto delle difficoltà di accostarsi a tale pellegrinaggio e si iniziarono a diffondere nelle chiese le prime rappresentazioni delle stazioni della Via Crucis, permettendo di far partecipare, in maniera ideale, tante persone quante lo desiderassero.
Una delle prime notizie documentate sulla riproduzione della Via Crucis fuori dalla Terra Santa risale al XIV secolo, quando un frate domenicano, di nome Alvaro da Cordova, ha ricreato la Passione nel suo convento.
L’espandersi di questa pratica per tutto il globo cristiano venne diffusa dai pellegrini nel corso dei secoli in maniera eccessiva costringendo, nel 1741, papa Benedetto XIV a stabilire che ogni parrocchia non potesse avere più di una Via Crucis.
La Via Crucis viene frequentemente accompagnata dal canto della sequenza “Stabat Mater”, preghiera del XIII secolo attribuita a Jacopone da Todi.
La prima parte della sequenza, inizia con le parole «Stabat Mater dolorósa», è una meditazione sulle sofferenze di Maria durante la crocifissione e la Passione di Gesù. La seconda parte, che inizia con le parole «Eia, mater, fons amóris», è una invocazione in cui si chiede a Maria e a Gesù di farci partecipi del dolore provato durante la crocifissione e la Passione.
Per chi si accosta con fede a questo pio esercizio è connessa l’indulgenza plenaria secondo le solite condizioni stabilite dalla Chiesa.
Per ottenere l’indulgenza, i fedeli devono pregare sostando in ciascuna stazione, meditando sul mistero della Passione.
La stessa indulgenza può essere applicata a chi non può materialmente visitare le stazioni purché mediti per 30 minuti sulla Passione.