L’Eucaristia, nuovo stile di vita
Nella sua ultima cena il Signore lascia come memoriale un pasto. Non vuole essere ricordato nella tragicità della croce, ma nella gioia della tavola. La celebrazione della sua morte è nell’eucarestia e non sul patibolo, cosicché gli uomini possano ritrovare nella festa di un pasto l’alleanza con Dio. I pasti di Gesù sono importanti per il suo ministero, sedere a tavola vuol dire entrare in intimità con i commensali, le persone dabbene, al contrario di Gesù, non si siedono a mangiare con prostitute e peccatori.
In occasione dei pasti avvengono le conversioni. Esemplari sono i casi di Zaccheo, l’esattore delle tasse filoromano e la peccatrice che entra in casa del fariseo durante il banchetto e versa un vaso di olio profumato sui piedi di Gesù. L’evangelista Luca, con una delle sue splendide pennellate, subito dopo aver narrato l’ultima cena, ricorda le parole di Gesù: “Chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve” (Lc 22,26), a significare che la cena del Signore deve inaugurare un nuovo stile di vita, quello del servizio. A dar compimento al nuovo valore dell’eucaristia è la lavanda dei piedi nel capitolo 13 di Giovanni, la vetta dell’insegnamento di Cristo arriva subito la cena, con l’esempio: “Se dunque io, che sono il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri”. Dio, il creatore, si abbassa totalmente.