21 ottobre 2021, Chevalier’s Day
Il 21 ottobre scorso abbiamo celebrato il 114° anniversario della morte del nostro Fondatore, il Padre Jules Chevalier. Alcune comunità della Provincia italiana (Firenze e le due comunità di Roma) insieme all’equipe generale dei Missionari del Sacro Cuore si sono ritrovate insieme per un momento di festa e condivisione nella Casa Generalizia di Via Asmara 11, a Roma.
Padre Humberto Henriques, responsabile della Formazione Iniziale della Congregazione, ha tenuto una relazione agli studenti della Provincia italiana sul carisma e sulla figura del Fondatore.
Alle 11.30, il padre Generale Abzalon Alvarado, ha presieduto l’Eucaristia concelebrata da molti confratelli. Nella sua omelia, il padre Generale ha sottolineato quanto sia importante oggi essere sinodali, tema che è stato ripreso anche nell’ultima Conferenza Generale. Di seguito il testo dell’omelia:
≪La sinodalità deve iniziare ad essere per noi una caratteristica fondamentale della nostra umanità, non solo della nostra concezione di Chiesa, di missione e di comunità ma qualcosa di molto più profondo; un atteggiamento umano verso la realtà personale e collettiva che viviamo oggi. L’umanità si manifesta non solo nei doni e nelle forze che ognuno di noi ha, ma soprattutto nelle nostre vulnerabilità e debolezze. Cercando tratti umani e vulnerabili di padre Chevalier, che potessero mostrarmi aspetti della sua vita che fossero “sinodali”, ho trovato questo avvenimento come particolarmente importante:
secondo la testimonianza di padre Piperon sull’ultima conversazione che ebbe con padre Chevalier gli espresse la consapevolezza che la fine della sua vita era ormai vicina. Chevalier si confessò, e al termine della confessione chiese perdono allo stesso padre Piperon. Secondo quest’ultimo, padre Chevalier inverte i ruoli. Padre Chevalier si spoglia dell’immagine autorevole del padre che consiglia e sa tutto, rivestendosi di colui che chiede perdono ed esprime la consapevolezza della sua vulnerabilità.
Padre Chevalier mostra un cuore umile e bisognoso. Questo gesto fa del suo cuore un cuore sinodale.
Per interpretare questa semplice e suggestiva testimonianza di padre Piperon possiamo dire che il padre Chevalier ha mostrato in questo suo gesto un cambio di mentalità. Cambi di mentalità come questi sono necessari oggi in tutte le nostre comunità e nella Chiesa. La prima lettura di oggi (Rm 6,19-23) sottolinea la necessità di un linguaggio e di un approccio più umano verso la nostra debolezza.
Il fuoco di cui parla il Vangelo (Lc 12,49-53) potrebbe essere sentito e compreso come lo Spirito che viene e ci fa costruire la sinodalità, e questo si ottiene se questo “fuoco” viene dal nostro cuore e si trasmette ovunque. Secondo il nostro carisma, l’amore deve essere vissuto ovunque. Sarà un’esperienza sinodale che smaschererà le divisioni, che sarà profetica, quindi non basata su una pace apparente o falsa. Ecco perché Gesù e anche padre Chevalier l’hanno vissuto in questo modo.
Ciò richiede che questo “spirito di fuoco” entri nel nostro cuore e ci trasformi.
Padre Chevalier mostra chiaramente ciò che il Vangelo dice oggi: la vita del cristiano non è una vita tranquilla, comoda e individualista ma è una serie di discernimenti, a volte difficili, di scelte, di decisioni, tentazioni, situazioni familiari e comunitarie, incomprensioni, ecc…
Ma dal preciso momento in cui padre Chevalier ha preso consapevolezza di essere un “corpo missionario”, il suo sogno di missione lo ha umanizzato, lo ha reso sinodale e lo ha portato ad affrontare tutti gli ostacoli e a trasformarli in strumenti per la Missione. Solo così trasformeremo la realtà.
La sinodalità – che è ascolto, corresponsabilità, impegno, camminare insieme, ecc… – secondo il Vangelo e nella tradizione di padre Chevalier, ci spinge ad affrontare i sistemi sociali ingiusti che distruggono la vita oggi, che distruggono la madre terra, la casa comune, che ci offrono una falsa pace. Senza un vero cambiamento di mentalità non ci sarà sinodalità.
Questa festa dei Missionari del Sacro Cuore ci faccia mettere in pratica i tre verbi proposti dal Papa per questo processo sinodale: Incontro, Ascolto, Discernimento.
Questa festa del padre Chevalier ci incoraggi ad ascoltare con il cuore la realtà di oggi, e dall’odierno spirito del Vangelo fare scelte radicali per il bene della missione».