Di Morte d’Amore, la nuova raccolta di racconti di Domenico Rosa
Di Elena Nesti
Da Gaetana a Benedetta: è questo il percorso che Domenico Rosa traccia nei dieci racconti del suo Di Morte D’Amore. Racconti dal profondo, pubblicato nel 2022 per i tipi di Tabula Fati.
A ben vedere, però, queste brevi composizioni sono capitoli della trama di un romanzo di formazione che procede a diverse velocità e talora sembra arrestarsi, se non retrocedere, o anche indugiare alle porte di certi abissi, da cui emergono inaspettati eroi, come The King, Mustafa o Padre Kevin. Non importa se le atmosfere sono quelle noir delle colline abruzzesi e della nebbiosa Irlanda oppure quelle geometriche di Firenze o quelle romane così solari e bizzarre; ovunque si muovano questi personaggi, ora spigolosi ora rotondi, ora tenebrosi ora traslucenti, lasciano tracce di stupore, ammirazione, ringraziamento per l’umanità.
La prosa asseconda la narrazione scattante, cambia direzione con lei sempre mantenendo la linearità tagliente dello stile cronachistico. Anche l’integrazione con le illustrazioni di Alessandra dell’Anna Peccarisi appare particolarmente azzeccata: le linee mosse e le ambientazioni fumé da feuilleton si alternano alle forme solide dall’effetto optical. E contribuiscono alla resa della varietà narrativa che ricalca quella umana.
Per acquistare online il libro: Di Morte D’Amore. Racconti dal profondo
Di Anastasia Maccarone
Ho conosciuto Domenico il 23 marzo 2018, a Firenze, presso Le Murate-Caffè Letterario, alla presentazione del documentario Hora- una storia arbëreshë, che mi vide, inaspettatamente, protagonista. Mi colpì subito il suo sorriso, rassicurante, speranzoso, sincero. Pieno.
Pochi giorni fa, mi ha mandato il suo romanzo, Di morte D’amore, che ho letto tutto d’un fiato. È una raccolta di racconti, apparentemente diversi tra loro, ma che si incontrano e si intrecciano, perché profondamenti umani e terribilmente terreni. Non sono mai stata in Abruzzo né ho vissuto a Firenze, tantomeno conosco l’Irlanda, eppure questi territori, non solo fisici, ma dell’anima, li ho attraversati, vissuti, fatti miei. Generalmente non amo le citazioni e non mi hanno colpito le oggettive conoscenze teologiche e storiche, che emergono leggendo le pagine: più che de Le Confessioni di Sant’Agostino e l’esaltazione della misericordia di Dio, da donna di buona volontà, sono sempre stata un’estimatrice di Floria Emilia, ex concubina del vescovo di Ippona, al quale scrisse, dieci anni dopo la sua via dell’ascesi, una lunga e dolorosa lettera, esortandolo prima a vivere e solo dopo a filosofare. In effetti, è vivere il vero dono di Dio, annessi i piaceri dei sensi e della carne, i turbamenti, le tentazioni, i peccati, ma per vivere bisogna amare ed è necessario… morire. Ogni racconto è un viaggio nei luoghi, un fermo immagine di vita, di gente semplice, incontrata, ascoltata o letta. Narra e si narra, fratello Domenico, e arriva dritto al lettore: colpito e affondato!