Ministero del lettorato
È con grande gioia che vi annunciamo che domenica 30 gennaio 2022, nella parrocchia di Nostra Signora del Sacro Cuore in Firenze, alle ore 10.30, Fr. Rosario Modica, Fr. Gianluca Pitzolu e Fr. Rosario Vitale verranno istituiti lettori. Con questo ministero la Chiesa li chiama a collaborare in maniera più stretta all’impegno primario di essere annunciatori della Parola di Dio. Accompagniamoli con la nostra preghiera.
Ma che cos’è questo Ministero?
Innanzitutto il contesto generale dell’ufficio del lettore, è quello di servire alla fede:
«E ora diventando lettori, cioè annunziatori della Parola di Dio, siete chiamati a collaborare a questo impegno primario nella Chiesa e perciò sarete investiti di un particolare ufficio, che vi mette a servizio della fede, la quale ha la sua radice e il suo fondamento nella Parola di Dio»
Da questo ufficio scaturiscono il compito della proclamazione della Parola nella liturgia e una serie di altri compiti. Partendo dal fondamentale e riassuntivo compito di servire alla fede, il ministero del lettore si concretizza nella proclamazione della Parola. Da qui scaturiscono alcuni altri compiti: educare nella fede fanciulli e adulti (vi è già per questo l’ufficio di catechista, ma esso può diventare compito fondamentale di colui che ha il mandato di proclamare la Parola di Dio all’interno della Chiesa); guidare i cristiani a ricevere degnamente i sacramenti (non solo quelli dell’iniziazione cristiana, ma anche gli altri sacramenti, come ad esempio la preparazione al matrimonio); annunciare a livello di missione la Parola di Dio (aspetto missionario); educare altri fedeli a essere in grado di annunciare provvisoriamente la Parola di Dio (l’animazione liturgica che favorisce la preparazione e non l’improvvisazione dei lettori dell’ultimo momento).
Per svolgere il suo ministero il lettore ha bisogno di una seria e adeguata formazione spirituale, biblica, liturgica e tecnica.
«È quindi necessario che, mentre annunziate agli altri la Parola di Dio, sappiate accoglierla in voi stessi con piena docilità allo Spirito Santo; meditatela ogni giorno per acquistarne una conoscenza sempre più viva e penetrante, ma soprattutto rendete testimonianza con la vostra vita al nostro Salvatore Gesù Cristo».
Come Gesù, anche il lettore istituito deve essere un realizzatore della Parola, un testimone. Per questo nella Chiesa primitiva quelli che erano stati oggetto di persecuzione avevano la precedenza nella lettura della Scrittura. Il lettore è invitato a guardare al modello Cristo e a lasciarsi permeare dallo Spirito Santo, il solo che può dare vita alla Parola.
Durante la celebrazione ascolteremo questa preghiera di benedizione:
«O Dio, fonte di bontà e di luce, che hai mandato il tuo Figlio, parola di vita, per rivelare agli uomini il mistero del tuo amore, benedici questi tuoi figli eletti al ministero di lettori. Fa’ che nella meditazione assidua della tua Parola ne siano intimamente illuminati per diventarne fedeli annunziatori ai loro fratelli».
Al termine di questa preghiera, ai candidati al ministero del lettorato, viene consegnata la Sacra Scrittura. Questo gesto è accompagnato dalle parole:
«Ricevi il libro delle sante Scritture e trasmetti fedelmente la Parola di Dio, perché germogli e fruttifichi nel cuore degli uomini»
Nelle mani del lettore sono poste le Scritture perché le proclami al popolo di Dio con l’assistenza dello Spirito Santo, affinché la Parola germogli e fruttifichi nel cuore degli uomini. Lo Spirito Santo, abbondantemente elargito ai profeti e conferito in maniera eminente a Gesù Messia (= unto, consacrato) è, per i ministri della Parola, lo Spirito della proclamazione. Solo nella misura in cui i proclamatori della Parola di Dio possederanno lo Spirito profetico, la Scrittura risuonerà in pienezza agli orecchi dell’assemblea liturgica.
Armando
«De illa civitate unde peregrinamur, litteræ nobis venerunt: ipsæ sunt scripturæ, quae nos hortantur ut bene vivamus / Da quella città, lungi dalla quale viviamo noi pellegrini, ci sono giunte delle lettere: sono le Scritture che ci esortano a vivere bene» (S. Agostino, Enarratio in Psalmum 90,II,1).