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Firenze

Parrocchia di Nostra Signora del Sacro Cuore

Firenze

La costruzione fu iniziata nel giugno 1848 dalle “scuole delle Zitelle Povere” dette “scuole Leopoldine” nell’ambito dell’edificazione del quartiere circostante detto “di Barbano” su progetto dell’architetto Gaetano Baccano di cui restano le dieci colonne monolitiche e i due grandi archi interni. La costruzione infatti fu sospesa ben presto per mancanza di fondi.
Nel 1857 la prosecuzione dei lavori fu affidata all’ingegnere architetto Giuseppe Martelli. Questi modifico il progetto del Baccani per ampliare l’aula ecclesiale: aggiunse le navate laterali e soppresse i previsti coretti dell’abside. Utilizzò le dieci colonne ciò pronte, provenienti dalle cave del monte Ceceri. La facciata che doveva avere tre ampie arcate su colonne per sostenere il timpano neoclassico, rimase incompleta.

Il 31 dicembre 1863 la chiesa fu aperta al culto, dedicata all’Immacolata e a S. Caterina d’Alessandria. Nel 1904 i Missionari del S. Cuore, fondati 50 anni prima, acquistarono la Chiesa e impiantarono una comunità religiosa che si occupava della formazione dei giovani seminaristi.

Il 1° gennaio 1937 fu eretta canonicamente in Parrocchia dal cardinale Elia Dalla Costa, prendendo – dopo qualche mese – il titolo di “Nostra Signora del Sacro Cuore”. Cosi P. Jules Chevalier, fondatore dei Missionari del Sacro Cuore, aveva chiamato la Madonna per onorare lo speciale rapporto tra Maria e il Cuore del suo Figlio. Furono intrapresi lavori di sistemazione del presbiterio, degli altari laterali e del fonte battesimale progettati dall’architetto Aurelio Cetica e terminati nel 1941. L’altare maggiore fu consacrato il 4 novembre 1939 dal Card. Dalla Costa che il 13 dicembre 1942 consacrò la chiesa intera.

Al centro dell’abside è collocato il Crocifisso ligneo del XVI secolo. A Nostra Signora del S. Cuore è dedicato l’altare della navata centrale sinistra, ove si trova il dipinto su tela dei primi del ‘900, opera di G. Catani (Prato 1866 – Firenze 1945). Nella cappella in fondo della stessa navata si trova il fonte battesimale e alle pareti il trittico di Edoardo Gelli (1913) raffigurante l’Annunciazione, la Natività e la Deportazione. Sulla navata laterale destra, l’altare è dedicato a San Giuseppe con una dipinto a olio su tela di Adorno. In fondo, la cappella delle anime dei defunti, ove si trova posto un tondo su tela del secolo XVIII raffigurante la Sacra famiglia con San Giovannino dormiente.
I 14 quadri in cotto della Via Crucis sono opera della scultore Zampini (1937). Il pavimento è stato restaurato nel 1957. L’organo meccanico è un Tamburini del 1962. L’attuale sistemazione nell’area presbiterale dell’ambone, della sede presidenziale e del tabernacolo risale al 2012, secondo le norme liturgiche vigenti.

 

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tel. 055.470027-055.476280

 

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